PREDICA SU SAN ROCCO
Innanzi tutto richiamiamoci alla memoria i pochi dati storici che conosciamo sulla vita del nostro compatrono San Rocco.
San Rocco era un Francese e visse nel quattordicesimo secolo. All’età di vent’anni rimase orfano di padre e di madre. Essendo molto ricco e pio si pose subito il problema dei suoi beni. Lo atterrivano le parole di Gesù:
“ E’ PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO ENTRI PER LA CRUNA DI UN AGO CHE NON UN RICCO NEL REGNO DEI CIELI “
Dopo alcune esitazioni, decise di accogliere l’invito di Gesù:
“ SE VUOI ESSERE PERFETTO, VENDI TUTTI I TUOI BENI, DISTRIBUISCI IL RICAVATO AI POVERI E SEGUIMI “.
Compiuto questo generoso gesto, libero ormai dal peso delle ricchezze, San Rocco pellegrinò in Italia dove si mise a curare i malati di peste con l’amore e con la generosità di colui che nei malati sa scorgere il corpo sofferente di Gesù. Egli stesso contrasse la peste. Guarito miracolosamente, tornò in Francia dove morì ancora giovanissimo.
Per trarre dalla vita di sam Rocco un insegnamento pratico da tradurre nel nostro comportamento quotidiano, commentiamo brevemente la Prima Beatitudine insegnataci da Gesù:
“ BEATI I POVERI IN SPIRITO, PERCHE’ DI ESSI E’ IL REGNO DEI CIELI “.
Certamente Gesù non vuole convincere i poveri a subire la loro povertà perché i loro patimenti sofferti sulla terra saranno ricompensati nell’al di là con una vita beatifica.
Certamente Gesù non vuole dire che sono beati coloro che SONO DISTACCATI COL CUORE, PUR RESTANDO SALDAMENTE IN POSSESSO DEI LORO BENI. Infatti mentre i loro soldi marciscono depositati in banca, I POVERI MUOIONO DI FAME.
Cosa vuole dirci, dunque, Gesù? Gesù vuol dirci che sono beati COLORO CHE SCELGONO LA POVERTA’ PER AIUTARE I POVERI. GESU’ INVITA NOI SUOI DUISCEPOLI A FARCI VOLONTARIAMENTE POVERI PERCHE’ NESSUNO PIU’ SIA POVERO.
I Primi Cristiani capirono bene l’insegnamento di Gesù e lo praticarono. Negli Atti degli Apostoli la Chiesa di Gerusalemme viene descritta così:
“ La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”. “Con grande forza gli Apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù, e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno, infatti, tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli Apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno”.
Senza dubbio, noi cristiani del duemila non possiamo ripetere alla lettera l’esperienza dei Primi Cristiani; però dobbiamo imitare il loro impegno PERCHE’ I POVERI NON SIANO PIU’ POVERI E VIVANO UNA VITA DIGNITOSA. In pratica dobbiamo seguire l’insegnamento dei Padri della Chiesa: “ QUELLO CHE HAI IN PIU’, NON E’ TUO, MA DEI POVERI. SE NON LO DAI AI POVERI, SEI UN LADRO “.
Per riuscire ad essere generosi con i poveri, dobbiamo tener presente che dando ai poveri diamo a Gesù: “QUALUNQUE COSA FATE AL PIU’ PICCOLO DEI MIEI FRATELLI, LO FATE A ME “
Sac. Salvatore Paparo
Ciutano 16 agosto 2008
Festa di San Rocco.
12 ott 2009
FESTA DI SAN ROCCO
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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